Troppi soldi “di camorra” a Napoli e in provincia. Tregue tra i clan in bilico, si alzano sinistri venti di guerra

Le ultime operazioni condotte dalle forze dell’ordine a Napoli e in provincia avrebbero fatto emergere un’economia sommersa legata agli affari illeciti gestiti dalla camorra superiore a qualsiasi aspettativa. Si parla di centinaia di milioni di euro tra beni mobili e immobili sparsi in Italia e all’estero. Un volume d’affari talmente rilevante da minare equilibri storici tra potenti clan nati sulla scia di quella che una volta era chiamata Nuova Famiglia. Le vecchie famiglie non vorrebbero dividere ricchezze e privilegi con sodalizi criminali nati da poco ma dalla capacità offensiva oltremodo rilevante.

Radio Mala mormorerebbe di quinte colonne infiltrate dai vecchi ras tra le fila di gruppi guidati da nuovi boss per “girare il tavolo” al momento opportuno colpendo i rivali dall’interno. Ci sarebbe poi da sfruttare l’arma dei finti pentiti, pronti a denunciare solo alcuni personaggi scomodi al sistema che conta e quindi ben lontani da un percorso di genuina collaborazione con i magistrati.

I cosiddetti “ragazzi di mala” non starebbero però a guardare acquistando armi e reclutando uomini per prepararsi ad una guerra che i vecchi gruppi camorristici potrebbero permettersi di protrarre praticamente all’infinito. Un dato questo che testimonierebbe ulteriormente il potere economico delle cosche ramificate a Napoli e in provincia. Intanto le stese aumentano, le intimidazioni si susseguono, si stringono alleanze di comodo pur di rafforzare i gruppi di fuoco nei rispettivi clan. 

Alfonso Maria Liguori