La tipologia del mezzo di locomozione distingue il rango e il ruolo del camorrista: si parte dagli scooter di media cilindrata, particolarmente in uso tra le vedette delle piazze di spaccio e i pusher, per passare alle moto di grossa cilindrata in uso ai boss e ai parenti prossimi degli stessi. Addirittura il modo di sostare auto e moto in particolari punti del territorio segnerebbe il controllo criminale dello stesso perimetro Ad ogni tipologia di mezzo è legato poi un certo modo di vestire che identifica ulteriormente il soggetto. Tute firmate e scarpe da ginnastica griffate per gli affiliati minori, abbigliamento elegante-sportivo per i capi che su roboanti mezzi a due ruote o a bordo di potenti auto di lusso rimarcano uno status all’interno del proprio territorio di appartenenza. Perfino il modo di guidare caratterizza il malavitoso che non si scompone nemmeno in caso di controlli da parte delle forze dell’ordine.  Sempre calmo e sorridente il boss è pronto a consegnare il mezzo di trasporto, magari sottoposto a sequestro per violazioni del codice della strada, senza problemi agli agenti commentando sovente con sufficienza: “Prendetelo pure tanto non stiamo a piedi”, espressione che sta ad indicare il possesso di numerosi auto e motoveicoli da parte del soggetto fermato, particolare che rafforza il livello malavitoso dello stesso. 

Per un motorino o una piccola automobile sportiva giovanissimi vendono la propria esistenza al sistema, nell’assurda convinzione di comunicare timore e rispetto ai coetanei e alla gente del quartiere. Linguaggi perversi e cinici frutto della deviazione mentale di persone senza scrupoli che venerano un solo dio, il denaro. La sub cultura malavitosa trova cosi libero sfogo. Tante le responsabilità istituzionali a partire dalla famiglia spesso permissiva e assente nei confronti dei figli che finiscono con l'imboccare strade senza ritorno. 

 

Alfonso Maria Liguori