Come un abile torero il cittadino "onesto" impara ben presto a sue spese a schivare gli assalti di un "sistema" spietato nei confronti dell'anonimo, del non appartenente "a". Ci troviamo a commentare la materializzazione della peggior forma di imperialismo occidentale che il Paese abbia subito negli ultimo decenni. Una volta si idolatrava e nel contempo di demonizzava lo Scudo Crociato a cui si attribuivano poteri occupazionali e chiavi magiche in grado di aprire qualsiasi porta. Come un'immagine votiva si teneva sul comodino l'effige di Giulio Andreotti, tra i fondatori dell'Italia "moderna" nonché depositario di segreti che se svelati avrebbero seriamente destabilizzato le istituzioni. Un uomo di un'intelligenza fuori dal comune, nocchiero di navi sempre giunte in porto nonostante le forti tempeste incontrate durante le traversate. Ad oggi emblema assoluto del potere, testimonial di come in determinati ambienti si possa tutto ciò che si vuole senza lasciare alla "plebe" il diritto di dimandare...(ci perdoni il Sommo Poeta per l'aver preso in prestito e personalizzato gli immortali versi). Il popolo, sotto sotto, ammirava le capacità di un capo di governo nonché presidente della DC capace di creare dal nulla occupazione per migliaia e migliaia di italiani. Andreotti è stato per anni anello di congiunzione tra politica, massoneria e poteri paralleli che mai hanno nemmeno pensato di sfidare apertamente il "Giulio nazionale".
Oggi ci troviamo al cospetto di mezze figure, politicanti della scuola dell'obbligo, improvvisati burattini pronti a danzare al tempo dei rispettivi padroni. La progressiva perdita di valori, il dilagare dell'apparire sull'essere hanno notevolmente favorito l'offensiva di faccendieri senza scrupoli, sciacalli in doppio petto pronti a mascherarsi da agnelli per poi sfoderare i canini al momento opportuno colpendo la massa mortalmente alla giugulare. Quando controlli l'occupazione e l'economia nazionale controlli la gente. Un principio che i massoni conoscono bene e inculcano con minuziosa precisione ai propri adepti. Il lavoro, come lo intende un cittadino "comune", è inammissibile per certa gente, qualcosa di talmente lontano dalla megalomania dei potenti da rendere un impiegato, operaio, funzionario, artigiano copia fedele di uno dei personaggi più noti del cinema italiano, Fantozzi. All'eterna ricerca di un equilibrio che non può trovare Fantozzi si inchina ai mega direttori di turno a loro volta tentacoli di una piovra che si apre a raggiera in ogni settore della società, controllandola ad ogni livello. Resiste a queste ciniche incursioni l'individuo che non cerca lo scontro diretto ma fiero delle proprie idee si fa scivolare addosso l'ipocrisia e il bigottismo di un'Italia che si sta facendo in quattro per unire il Sud al Nord Africa. In merito lasciamo qualsiasi considerazione alla capacità d'analisi e all'intelligenza dei lettori. “Lo spreco della vita si trova nell’amore che non si è saputo dare... nel potere che non si è saputo utilizzare, nell'egoistica prudenza che ci ha impedito di rischiare e che, evitandoci un dispiacere, ci ha fatto mancare la felicità" (Oscar Wilde).
Alfonso Maria Liguori