Ogni giorno i media ci propinano, da Nord a Sud, tragedie scaturite dall'uso di stupefacenti da parte di adolescenti. La droga continua a mietere giovanissime vite in un Paese che sembra quasi non prendere atto della fragilità interiore che caratterizza troppo spesso le nuove generazioni. Sul delicato tema è intervenuta la scrittrice-imprenditrice nel settore marketing Chiara Martini :" Recenti statistiche hanno evidenziato l’allarmante dato ponendo l’accento sulla facilità con la quale i ragazzi si procurerebbero lo stupefacente in qualsiasi parte d'Italia. Sconcerta proprio la facilità con la quale è possibile procurarsi la roba tanto nelle grandi città quanto nei piccoli centri. Purtroppo si sottovalutano ancora gli effetti devastanti della droga su chi ne fa uso soprattutto in giovane età. Tutte le droghe agiscono sul sistema nervoso centrale, in particolar modo sul cervello, alterando il circuito dei nostri neurotrasmettitori, ovvero il sistema di comunicazione tra le varie cellule nervose, di cui è formato appunto il cervello umano. Tali droghe modificano a lungo termine la mediazione chimica a livello cerebrale, alterando la personalità, gli atteggiamenti e il comportamento di chi le assume, oltre che provocare dipendenza sul corpo e sulla mente, alterazione dello stato mentale, perdita del sonno e della fame (in alcuni casi) e narcosi al dolore.
Come ben sappiamo l’adolescenza è una fase della vita caratterizzata da cambiamenti profondi, sia dal punto di vista fisico sia emozionale che comportamentale ed hanno alla loro base processi psicofisiologici. Le fasi di cambiamento molto spesso possono essere difficili da superare pertanto possono motivare e indurre gli adolescenti ad usare droghe. I motivi che spingono i nostri giovani possono essere: la mancanza di interessi personali, comitive di amici che influenzano negativamente, problematiche di carattere familiare e relazionali ma soprattutto un carattere debole o meglio un’incapacità di affrontare le difficoltà.
La prevenzione dovrebbe prevedere che ogni adulto entri in relazione con gli adolescenti e decida di misurarsi nella relazione educativa. Se ci fosse questo prerequisito fondamentale, ogni luogo diverrebbe luogo di prevenzione. Tali potrebbero essere: la casa, le scuole, le palestre, dove i genitori, gli insegnanti e i tutor dovrebbero creare rapporti relazionali profondi caratterizzati dalla conoscenza dei pensieri dei ragazzi e da un confronto adeguato, suscitando emozioni e sensazioni affettive positive, incoraggiando i giovani e motivandoli ad affrontare le inaspettate difficoltà eventuali che la vita riserva"
Alfonso Maria Liguori