Nonostante da anni sia passato tra le fila dei collaboratori di giustizia ad oggi resta forte il mito criminale di Luigi Giuliano , alias “ o Re”, a Forcella e nel cuore storico di Napoli. “Forcella è stata sempre casa dei Giuliano : persone nostre, cresciute in questi vicoli che hanno patito come noi la fame” : questa la dichiarazione tempo addietro raccolta nei vicoli a ridosso del Duomo rilasciata da numerosi residenti di mezz’età che rimpiangerebbero i Giuliano e gli anni in cui lo storico quartiere partenopeo era loro roccaforte. Un personaggio complesso Luigi Giuliano, dai modi gentili e dal carisma magnetico con una spiccata passione per la musica e i testi : nel 2014 o’ Re si è diplomato “autore di testi” al Centro europeo di musica “Toscolano” diretto dal grande Mogol. Dalle pistole alla musica coltivando la propria passione artistica dal pentimento avvenuto nel 2001 quando ‘o re decise di collaborare con lo Stato. Ma chi è realmente Luigi Giuliano? Un uomo che ha fatto il bello e cattivo tempo nella malavita napoletana negli anni d’oro del contrabbando, con roccaforte a Forcella.  Più che un capo camorra nel quartiere e in gran parte del centro storico un re, un sindaco, un deus ex machina capace di trovare lavoro a chi ne avesse bisogno (nel contrabbando o nelle attività illecite però), mecenate dei giovani artisti locali, istituto di credito per le imprese e le attività commerciali sprovviste dei requisiti per accedere a mutui o prestiti presso istituti bancari regolari, difensore della gente dei vicoli e fermo sostenitore dell’unicità dell’essere napoletani.

Insieme ai fratelli e Nunzio, Carmine, Salvatore ,Guglielmo, Raffaele e alla sorella Erminia Giuliano (alias Celeste) ha ricoperto un ruolo apicale all’interno della Nuova Famiglia (vincente contro la NCO di Raffaele Cutolo) creando un mito che intorno alla sua persona ancora oggi contornato di gesta epiche e scontri leggendari con i potenti clan rivali. Un personaggio depositario di segreti rilevanti, nomi, cifre, date e circostanze che vedono protagonisti non solo malavitosi ma anche alti funzionari dello Stato, politici nazionali e massoni di prim’ordine.

Famosi i rapporti con Roberto Calvi, il “banchiere di Dio” come lo stesso Giuliano dichiarò in un interrogatorio ai giudici: “Calvi ci chiese – precisò il boss di Forcella – di rubare dei documenti dalla sede centrale del Banco Ambrosiano a Padova. Purtroppo fallimmo perché la fiamma ossidrica usata per tagliare la cassaforte si esaurì prima del tempo. Peppe Misso (boss storico della Sanità) mi disse che se gli avessimo consegnato i documenti sicuramente non sarebbe morto e che ad ucciderlo erano stati Calò, Badalamenti, Zaza e Nunzio Barbarossa”. Sempre elegantissimo Luigi Giuliano sarebbe stato il talent scout anche di Gigi D’Alessio quando l’artista si esibiva ancora per sbarcare il lunario a matrimoni, comunioni e battesimi. Paroliere di talento Giuliano ha sempre creduto nelle proprie doti artistiche sponsorizzando cantanti neomelodici e aprendo un ufficio in via Cesare Sersale (cuore di Forcella) nel quale scriveva testi e incontrava giovani cantanti (tra cui appunto D’Alessio). Della serie : il mito criminale dell’ex padrino Luigi Giuliano aleggerebbe ancora tra i vicoli che lo videro crescere da scugnizzo a “re” della Nuova Famiglia.

 

Alfonso Maria Liguori