I tatuaggi nella camorra assumono da sempre significati particolari. Contraddistinguono l’affiliazione del malavitoso ad uno specifico clan. Sottolineano l’appartenenza della donna amata al pregiudicato quale monito per eventuali altri pretendenti. Soprattutto simboleggiano prova di rispetto nei confronti del boss a cui si è “legati”. Cinque punti tatuati sulla mano o sul braccio indicano per esempio l’appartenenza del soggetto al sistema. Una pistola con il cane alzato e legato con una catena ad un nome di donna indica l’appartenenza della persona al camorrista. Tradotto in termini comprensibili ai più vuol dire che se l’amata tradisce gli anelli della maglia si rompono e parte il colpo che la uccide. Perché per un camorrista la donna amata è considerata “a femmena soia”. Un bene di possesso, proprietà privata di cui poter disporre sempre e comunque. Caratteristiche le iniziali o le cifre della data di nascita del ras tatuate in bella mostra sulle braccia degli affiliati, sul collo e persino in testa. Iniziali circondate da altri simboli se il padrino in questione è stato ucciso o condannato all’ergastolo. “Tutto passa”, “Sono stanco”: altre espressioni facilmente leggibili sui corpi di chi confonde la paura con il rispetto, la vigliaccheria con il coraggio, la vergogna con l’onore. “Nella gioia e nel dolore Vanella Grassi unico amore“: altra epigrafe cutanea particolarmente di moda a Secondigliano tra gli affiliati al gruppo della Vanella Grassi, clan noto per la ferocia del modus operandi e vicino ai cosiddetti Scissionisti, gli Amato-Pagano, gli storici rivali di Paolo Di Lauro, alias Ciruzzo ‘o milionario, il Pablo Escobar del narcotraffico partenopeo che ha ispirato note fiction a tema. “Swazz 77“: tatuaggio che contraddistinguerebbe i simpatizzanti del boss Alessandro Giannelli nel quartiere Cavalleggeri di Napoli. “Bodo” è invece la scritta che giovani affiliati del rione Ponticelli si sono fatti tatuare per omaggiare il boss emergente Marco De Micco. Soprannominato, appunto, Bodo. Non mancano poi le iscrizioni a sfondo religioso. Una sorta di amuleto protettivo contro le insidie dei nemici. Ecco che la sub cultura camorristica, la superstizione e l’ignoranza si materializzano in modo indelebile sui corpi di chi ha scelto di vivere nella violenza al di fuori della legge. 

Alfonso Maria Liguori