Avvezzi alla cultura del "tutto, maledetto e subito", pieni di un ego smisurato fondato nella stragrande maggioranza dei casi solo su illusioni personali ci siamo disabituati nel tempo a gioire dei successi altrui. La vittoria dell'altro diventa causa di frustrazione per chi non riuscendo a vivere come vorrebbe passa il suo tempo a spiare l'esistenza altrui. L'invidia, questo sentimento miserabile e abietto che utilizza come strumenti le più basse nefandezze pur di colpire al cuore la vittima di turno. Ci si allea tra nemici storici all'improvviso per assalire con maggiore incisività l'elemento al momento in "stato di grazia". Nel lavoro come nella vita privata non si comprende quanto questa nostra vita sia breve, si perseguono falsi ideali venerando fondamentalmente un solo grande feticcio, il "denaro" e suo figlio "il potere". Pur di salire nello scacchiere sociale si è pronti a tutto: si svende l'anima illudendosi di essere quello che in realtà non si sarà mai. Impariamo a dire innanzitutto a noi stessi "ho perso", "ho sbagliato" : ci renderà esseri umani migliori dandoci la forza di ripartire più vigorosi che mai. In tal senso la famiglia, intesa nell'accezione più sana del termine, gioca un ruolo fondamentale. Ricordiamo sempre che per quanto possiamo "salire" con mezzi sleali e viscidi ci sarà sempre qualcuno più avanti di noi, a cui dover dare conto, al quale inchinarsi passivamente.

Al contrario mantenendo costantemente accesa nel nostro ego la fiamma della cultura quale arma per essere liberi da qualsiasi condizionamento, saremo immuni da qualsiasi logica comparativa che faccia emergere il peggio di noi. La cattiveria, l'invidia, sono boomerang: tornano a chi le pone in essere con una violenza raddoppiata, è questione solo di tempo. I conti si pagano e la vita presenta parcelle salatissime. Quando parliamo di cultura non ci riferiamo al monotono nozionismo, alla vanesia bramosia di sfoggiare continuamente quanto appreso nel corso degli anni accademici quasi si fosse depositari assoluti di verità e conoscenza. La cultura è ben altro: semplice, completa, universale, dinamica, mai negativa e soprattutto sempre pronta al confronto costruttivo con chi ci troviamo di fronte. “Non si deve invidiare nessuno; i buoni non meritano invidia; per quanto riguarda i cattivi, più hanno fortuna e più si rovinano” : ricordo il pensiero di Epicuro e ne sposo pienamente il significato profondo memore di quanto illusoria sia la prospettiva di grandezza di chi non ha mai veramente considerato la natura mortale che caratterizza il nostro essere. L'immortalità dell'anima? Beh, per quella bisogna avere veramente fede e non fingere di per convenienza...

 

Alfonso Maria Liguori