La violenza dei familiari dei pazienti contro i medici è un fenomeno complesso che riflette la tensione tra la sfera emotiva e quella professionale all'interno del contesto sanitario. La psicoterapia, in questo caso, può offrire una prospettiva utile per comprendere e gestire tali episodi di aggressività, considerando diversi fattori psicologici e relazionali.
Il Contesto della Sofferenza
Spesso, la violenza nei confronti dei medici è espressione della disperazione, della frustrazione e del dolore vissuti dai familiari dei pazienti. Questi sentimenti possono emergere in situazioni di impotenza di fronte alla malattia o alla morte di un caro. La psicoterapia riconosce che, in momenti di stress emotivo estremo, le persone possono ricorrere a modalità aggressive per esprimere sentimenti di perdita di controllo.
Il Ruolo del Capro Espiatorio
I medici, in qualità di rappresentanti della cura e della speranza, possono diventare bersagli di rabbia e delusione quando il trattamento non dà i risultati sperati. La psicoterapia sottolinea come, in tali casi, i familiari proiettino sui medici le proprie ansie e frustrazioni. La figura del medico, investita di autorità e responsabilità, può essere percepita come un capro espiatorio quando la realtà della malattia appare insopportabile.
La Relazione di Transfert e Controtransfert
Nella psicoterapia, il concetto di transfert si riferisce alla proiezione di emozioni passate su una figura del presente, mentre il controtransfert riguarda le emozioni del terapeuta verso il paziente. Allo stesso modo, nella relazione tra familiari e medici, si può verificare un transfert emotivo in cui il medico diventa oggetto di aspettative o risentimenti profondi. I medici, d’altro canto, possono vivere forme di controtransfert, sperimentando loro stessi emozioni di frustrazione, ansia o persino colpa di fronte alle reazioni aggressive dei familiari.
Gestione dell'Emotività Attraverso l'Empatia

La psicoterapia offre strumenti per sviluppare l'empatia, un aspetto cruciale nel gestire situazioni di crisi. I medici, attraverso l'ascolto attivo e una comunicazione empatica, possono tentare di ridurre la tensione emotiva, evitando di percepire la rabbia come un attacco personale. Sebbene non sempre sia possibile prevenire o evitare la violenza, una maggiore consapevolezza delle dinamiche emotive può migliorare la capacità di affrontare conflitti con i familiari in modo più costruttivo.
Il Bisogno di Supporto Psicologico
Infine, è essenziale considerare che sia i familiari dei pazienti sia i medici possono beneficiare di un sostegno psicologico. Per i familiari, l'accesso a uno spazio di elaborazione emotiva può prevenire il ricorso alla violenza. Per i medici, invece, è fondamentale avere un supporto per gestire lo stress professionale, la sindrome da burnout e l'impatto emotivo dei conflitti con i pazienti e i loro cari.
In conclusione, la psicoterapia aiuta a comprendere la violenza dei familiari dei pazienti come un sintomo di disagio emotivo profondo. Il suo obiettivo non è solo quello di gestire i conflitti, ma anche di facilitare un dialogo che permetta di trasformare la rabbia e la frustrazione in una comunicazione più sana e rispettosa tra medici e familiari.

 

Dottoressa  Ester Di Rosa

 

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