Di cosa si tratta? La “stesa” è un raid intimidatorio messo in essere a qualsiasi ora del giorno, soprattutto all’imbrunire, nei quartieri napoletani ad opera di individui a bordo di grossi scooter o moto potenti che esplodono in aria colpi di pistola. Proiettili che parlano per chi conosce l’idioma del sistema e possono dire tante cose. Delimitare la zona di influenza criminale di un determinato clan, avvertire qualche pregiudicato che dimora nei luoghi di uno sgarro commesso, intimidire la popolazione volendo sottolineare come la presenza massiccia delle forze di polizia in città non riesca a limitare il potere offensivo dei camorristi. A sparare sono spesso giovanissimi adolescenti dall’indole oltremodo violenta. Se poi per sbaglio resta ferito un innocente reo solo di trovarsi affacciato al balcone di casa al momento sbagliato poco importa. Il sistema comanda: tutti in nome di questo cinico principio sono sacrificabili. L’entità della stesa, ovvero il numero di colpi esplosi e il calibro delle armi usate, starebbe poi ad indicare la potenzialità bellica dei criminali in questione, così come il tempo impiegato per la “stesa” evidenzierebbe il coraggio degli affiliati che non temerebbero nemmeno l’arrivo delle forze dell’ordine. Un mare di giovani sbandati finiscono nelle maglie del crimine organizzato illudendosi di poter sfidare la vita con una pistola, un fucile mitragliatore, prendendo violentemente quello che secondo loro la società avrebbe dovuto dargli di diritto. Intanto nel cuore storico di Napoli l’eco dei colpi esplosi gela il sangue agli onesti cittadini, ai commercianti e alle tante associazioni di volontariato che con coraggio tentano giorno per giorno di allontanare i giovani dalla strada.

 

Alfonso Maria Liguori

 

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