La violenza di genere non è una questione personale. Non è un panno sporco da lavare in casa, ma un problema con delle ricadute sociali , economiche e psicologiche da non sottovalutare. E ciascuno, nel proprio piccolo deve cominciare a cambiare atteggiamento e di smetterla di parlare di uomini vs donne. Proviamo a parlare di “persone” perché solo cosi possiamo raggiungere quel cambiamento culturale che tanto auspichiamo. Il “valore umano” e la sua importanza è ciò che dovremmo mettere al centro della nostra filosofia quotidiana, cercando di passare dalle parole ai fatti. A tal proposito, si insedia il ruolo del farmacista, che da più di dieci anni è supportato dal Progetto Mimosa, progetto di punta dell’Associazione Farmaciste Insieme, che accoglie le donne vittime di violenza, fornendo informazioni e numeri utili. Sono tali progetti nobili che rendono la farmacia non solo un esercizio commerciale, ma quel presidio territoriale che offre un’assistenza di prossimità svolta da professionisti formati, in grado di assicurare servizi ai cittadini, intercettandone bisogni e necessità. Appare chiaro il ruolo del farmacista , non solo come dispensatore di farmaci , ma anche come categoria impegnata nel sociale. In fondo, il farmacista, grazie alla sua presenza capillare e costante sul territorio, è in grado di instaurare un rapporto di fiducia con l’utenza, diventando, spesso e volentieri, il primo punto di riferimento per la comunità nella quale opera.

Ed è questa riposta fiducia , accompagnata dallo spirito di osservazione che potrebbe farci carpire segnali di sospette violenze o essere addirittura considerati “confessori” di segreti di situazioni poco piacevoli, a cui si cerca rimedio o anche solo un consiglio per affrontare questioni personali delicate. Prendendo spunto da queste riflessioni, con l’apertura dei nuovi scenari che la categoria ben conosce, nei quali rientra la consapevolezza di un ruolo mutato, evoluto e perfettamente integrato nelle nuove istanze socio sanitarie. Dinanzi a tutto questo , non solo non possiamo tirarci indietro, nonostante le tante difficoltà , ma dobbiamo vivere appieno questa professionalità e professione rinnovata, arricchita e sicuramente densa di contenuti valorali ed innegabili soddisfazioni.

 

Dottoressa Luciana Visciano

 

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