"Da educatrice e mamma non posso che essere seriamente preoccupata per l'emergenza sicurezza a Napoli e in provincia": esordisce così Rosa Borrelli, una maestra ercolanese innamorata di un lavoro inteso dalla stessa quale vocazione. "Non si può morire ammazzati da adolescenti - ha precisato Rosa Borrelli - per una stupida discussione, uno sguardo di troppo o semplicemente per non aver ceduto il passo al bullo di turno. Dietro quanto è accaduto si cela un disagio sociale enorme: è il momento di scendere concretamente in campo da parte delle istituzioni tutte che dovrebbero operare in continua sinergia. Doveroso usare il condizionale perché nella realtà purtroppo così non è. Il costume violento nasce sovente da nuclei familiari a rischio, contesti in cui la logica della pistola viene anteposta a qualsiasi confronto civile. Il motivo è semplice: senza un minimo di cultura, di senso civico è impossibile ragionare con il prossimo e si finisce quindi con l'optare per la prevaricazione violenta. Sia chiaro un concetto: chi nuoce all'altro senza motivo e con inaudita brutalità è solo uno sfigato perdente.
Ragazzi tenetelo bene a mente, quello che ai vostri occhi qualcuno vorrebbe spacciare per rispetto non è altro che paura. La differenza sostanziale tra i due termini la dice lunga sul caos comportamentale in cui intere generazioni pascolano in ghetti di cemento a Napoli e nell'hinterland dove perfino il solo fatica ad entrare. Non è possibile temere per i propri figli che escono, dopo una settimana di studio o lavoro, nel weekend per il meritato divertimento. L'idea di ricevere nel cuore della notte una telefonata dalle forze dell'ordine che annunciano quello che un genitore non si augurerebbe mai fa ghiacciare il sangue. Si muova la politica a livello centrale e lo faccia da un lato promuovendo corsi di aggregazione per i giovanissimi, attività di laboratorio attraverso le quali stimolare le qualità positive dei ragazzi, dall'altro garantendo certezza di pena soprattutto per i reati contro la persona. Della serie: sconti zero e carcere duro per chi ha reciso senza motivo una vita innocente. Non aspettiamo che la tragedia ci colpisca direttamente per realizzare la portata di un fenomeno che compromette sempre di più la qualità di vita dei nostri figli". Un appello sentito, riflessioni profonde mosse da una Signora che associa serietà e professionalità ad un fascino senza tempo.
Alfonso Maria Liguori