"Se non si è in grado di apprezzare e salvaguardare la propria persona difficilmente si è all'altezza di donare benessere psico/fisico al prossimo". Sul principio  queste le riflessioni di Chiara Martini, scrittrice e imprenditrice nel settore marketing :" Non si può donare amore se non si ama prima sé stessi. Mi rivolgo alle donne che si lasciano andare, magari ancora nel fiore degli anni, perché sopraffatte da responsabilità familiari o ritmi produttivi estenuanti. La famiglia è tutto nella vita, le fondamenta sulle quali costruire qualsiasi percorso socio/lavorativo : tuttavia non deve essere questo un alibi per rinunciare a valorizzare la propria persona. Come? Semplice : avendo cura corpo, facendo sport, seguendo una corretta alimentazione, vestendosi in modo da non apparire mai volgari ma sempre ambasciatrici di femminilità. Una donna curata è una donna interessante, fiera di sé e pronta al confronto vincente con il mondo. Anche tra le lenzuola amare la propria fisicità vuol dire offrire un servizio di altissima qualità a chi si affida a noi per momenti, più o meno lunghi, di assoluto relax. Lontani da occhi indiscreti e in location suggestive è possibile usare la fisicità quale arte in movimento, quasi ambasciatrice di una cultura che nel piacere e nell'appagamento della libido trova massima espressione. Tante sono in grado di fare sesso in modo più o meno diverso sotto il profilo tecnico: poche di trasformare un rapporto in magico connubio dal quale trarre energia positiva e voglia di vivere. Un solo gesto, se fatto con classe e al momento giusto, può amplificare enormemente l'atmosfera che avvolge due persone nell'intimità : pensiamo alla mano tra i capelli di lei mentre si vibra dritta sul corpo di lui, alle mani che accarezzano il corpo dell'uomo quasi leggessero una mappa che conduce al più piacevole dei tesori.

Ecco come volgarità e morbosità lasciano il campo alla più sfrenata sensualità, alla carica erotica che una volta liberata rende unico l'incontro. Allo stesso modo sapersi salutare dopo, lasciarsi con sguardi ammiccanti ma discreti nel contempo, allontanarsi su tacchi alti con andamento sinuoso suscitano nel cliente il desiderio di riprovare quanto prima quella che è stata un' esperienza unica. *Si può dire che non ci sia nessun individuo sano che non aggiunga al normale scopo sessuale qualche elemento che si possa chiamare perverso; e la universalità di questo fatto basta per sé sola a farci comprendere quanto sia inappropriato l’uso della parola perversione come termine riprovativo*: sposo in pieno le parole di Sigmund Freud che ha saputo evidenziare come l'estro, l'uscire dagli schemi faccia parte della valorizzazione stessa del piacere, in sintesi della qualità di un rapporto che deve andare oltre il meccanicismo sessuale e trascinare gli amanti nell'apeiron del desiderio".

 

Chiara Martini