Sempre più spesso svendiamo sentimenti ed ideali per prostrarci alla logica del più forte, per accaparrare il diritto a salire quel "gradino" che ci pone in uno stato di superiorità rispetto alla massa. Nel cinico desiderio di raggiungere questo scopo siamo pronti a tradire amici, vendere segreti al migliore offerente, mercanteggiare sulle persone offrendo i loro segreti più intimi. Questo scellerato atteggiamento segna solo l'inizio della fine. Nessuno si fida realmente di un traditore, di un individuo senza onore: lo usa, pronto a cestinarlo poi alla prima occasione. Tradire la fiducia di un essere umano solo per avidità è un'azione tanto ignobile quanto autolesionista: a rimetterci veramente alla fine è quasi sempre l'infame e non la vittima. Al contrario quale incommensurabile soddisfazione possiamo trarre dall'essere leali nel lavoro e nella vita privata. Nell'ambito produttivo guadagnare la fiducia di chi opera con noi vuol dire aver dato prova di affidabilità, concretezza, serietà, in una parola professionalità. In alcuni settori lavorativi la privacy è fondamentale : tradire questo sacro diritto che appartiene ad ognuno di noi vuol dire violare le più elementari regole della correttezza, mostrarsi doppiogiochisti e truffaldini. Offrire il peggio di sé non è mai un buon affare: viviamo in una Repubblica Democratica che è costata la vita a migliaia di persone, gente pronta all'estremo sacrificio perché noi vivessimo in un Paese libero e giusto. Rispettiamo allora questi ideali, il diritto alla libertà di espressione e d'azione degli altri, lavoriamo con abnegazione per offrire il massimo contributo al benessere di chi a noi si affida per poter soddisfare le proprie aspettative. Ognuno, nell'ambito della propria sfera di appartenenza. deve essere d'esempio per i più giovani, cassare retaggi sterili e culture arcaiche sempre condite da perbenismi ipocriti e provinciali. Diffondiamo la cultura del bello e del piacere elevando all'ennesima potenza il concetto di fratellanza universale che l'uomo ancora fatica ad assimilare. Evitiamo di esprimere opinioni offensive o di etichettare negativamente persone solo perché seguono schemi comportamentali diversi dai nostri. Siamo ormai pronti all'acquisizione del sano concetto di globalizzazione, a squarciare il velo di Maia che impedisce a troppi di vedere la realtà relegandoli nel limbo dell'indifferenza sociale. Movimenti e rivolte hanno tentato, a volte maldestramente, di abbattere le fondamenta di un sistema corrotto alla radice che propinava per tutti un'unica via da seguire, quella che porta all'arricchimento di pochi a discapito di tanti. Impariamo a godere di quello che abbiamo, senza cadere nel baratro del finto perbenismo alimentato dalla peggiore feccia che anima questo Paese. In merito mi tornano alla mente le parole di Friedrich Nietzsche ." Senza piacere non vi è vita; la lotta per il piacere è la lotta per la vita".

 

Chiara Martini

 

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