"Una vera professionista fa sentire sempre a proprio agio il cliente : questione di stile". Non gira intorno al tema l'affermata scrittrice - imprenditrice nel settore marketing Chiara Martini. "Inutile fingere -ha continuato Chiara Martini - di assecondare una persona della quale non si condivide nulla solo per spillarle quattrini. Chi opera in modo professionale, nell'accezione più alta del termine, deve essere in grado di calarsi di volta in volta nel contesto in cui orbita il  soggetto che si è rivolto a lei per ottenere benessere psico/fisico. Di pessimo gusto fingere una gentilezza che poi si sgretola in una smorfia di dissenso magari alle spalle dello stesso o con la complicità di amici. Nulla di più sbagliato e poco etico per la donna: al contrario anche in situazioni di possibile imbarazzo occorre prendere il cliente per mano e fagli capire con grande charme di aggiustare il tiro, di ridimensionare un eccesso o magari semplicemente di essere sé stesso. Sovente un uomo insicuro tende a strafare per camuffare la propria goffaggine, i propri limiti e complessi. Qui viene fuori la preparazione e l'acume percettivo della professionista chiamata a far emergere la persona che si cela dietro una stupida maschera o un'infelice manifestazione goliardica. Chi gode sul serio, sia ben chiaro, non ha bisogno di gridarlo al mondo né tantomeno di abbandonarsi ad infelici esternazioni che dovrebbero far colpo sulla donna. Situazione analoga a quella nella quale ci si trova quando l'individuo comincia a decantare logorroicamente virtù amatorie e dimensioni falliche quasi ad esorcizzare il pericolo di "flop" durante il rapporto.

In questo caso basta rassicurare il maldestro protagonista di tale pubblicità rammentandogli con dolcezza che uno scambio di amorevoli sensi non presuppone considerazioni da "geometra" ma è sempre e solo il frutto di fantasia, voglia di vivere, rispetto reciproco. Capita allora che la persona si rilassi, diventi più calma e socievole, abbatta quel muro di prevenzione che le impediva di comunicare in modo lineare, semplice, diretto i propri desideri. Nel limite della legalità e del buon senso non c'è nulla di cui vergognarsi: la fantasia erotica va rispettata sempre nella ferrea convinzione che si tratti di un legittimo desiderio dell'altro, di un modo di realizzare emozioni in piena complicità con la partner. Mi è capitato di ascoltare, una volta in sintonia con il cliente, storie toccanti, racconti non sempre edificanti relativi a strani comportamenti genitoriali o magari ad insane attenzioni subite in tenera età da adulti considerati amici di famiglia. Anche in questo caso mai perdere il controllo o lasciarsi andare ad inutili commiserazioni dell'altro: semplicemente consigliargli di andare avanti cassando, per quello che si può, brutti ricordi e parentesi negative dalla memoria. *Anche i dolori sono, dopo lungo tempo, una gioia, per chi ricorda tutto ciò che ha passato e sopportato* (Omero)".

 

Alfonso Maria Liguori

 

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